Sveglia alle 8 dopo una notte di tempesta fuori, dove ho dormito poco, pioggia fortissima e tuoni. Faccio colazione con Sujan(21 anni) chiedendogli dei suoi studi, fa l’università ma è indietro con gli esami, cerco di spronarlo a studiare di più e finire presto l’università per potersi garantire una vita “decente” in un paese dove l’acqua corrente(non potabile) viene fornita dallo stato una volta a settimana e bisogna andarsela a prendere in un apposito posto perché non hanno un sistema di fornitura direttamente a casa.
Vado poi sul roof top a scrutare Kathmandu dall’alto, da lì si vede tutta la città, donne che meditano, oltre che stendono i panni, qui solo i ricchi hanno la lavatrice, tutti gli altri, la maggioranza, lavano i panni a mano.

9:45 si parte per la clinica in moto con Sunjan, arrivo davanti e Sadna(la fondatrice) non è ancora arrivata, ma il ragazzo di ieri(Shushsant il suo nome) è lì che mi aspetta e mi dice che ha un po’ di cose da dirmi. Pochi minuti ed eccola Sadna, si entra e si inizia.

Dopo poco, arriva una nuova paziente, una ragazzina di 16 anni, venuta per un colloquio di un’ora, portata dal padre, perché era stata lasciata ed abusata verbalmente dall’ex fidanzato, si era completamente isolata e non aveva più una vita sociale. Sadna lascia a me la palla ed io non so da dove iniziare, di certo non l’avrei ipnotizzata così al volo.

Inizio a farle qualche domanda stile counseling e poi le chiedo se posso testarle i chakra kinesiologicamente, lei acconsente pur non sapendo cosa siano i chakra. Dal test risulta che il sesto è un po’ scarico. Il sesto chakra è quello del terzo occhio ed è collegato all’autostima.

Iniziamo quindi con Sadna a lavorare verbalmente sulla sua autostima, come aumentarla(tu sei le 5 persone di cui ti contorni), tutto quello che ti succede, energeticamente, dipende da te e così via.
Le racconto, poi, che anch’io qualche anno fa ero stato lasciato dalla mia fidanzata che amavo tanto, ma questo mi ha portato a reagire, ho iniziato il corso di ipnosi che mi ha portato qui a fare quello che faccio, quindi facendole capire di come un evento negativo mi ha spinto a diventare quello che voglio essere, a diventare una persona migliore. Di come le “disgrazie” nella vita non succedono a caso, ma accadono per spingerti a migliorare, a diventare la versione migliore di te stesso. Lei sorride, capendo il concetto, intanto l’ora di colloquio finisce e si congeda, verrà ogni due giorni da noi.

Subito dopo Sadna mi dice che deve andare e che avrei incontrato ora una ragazza con problemi di depressione, che lavorava lì come receptionist(la ragazza che il giorno prima mi aveva accolto al mio primo arrivo).

La ragazza entra, la riconosco, e mi incomincia a raccontare, ha vissuto da giovane a Ginevra coi genitori(padre diplomatico), dove ha fatto fatica a socializzare poiché non parlava il francese e che a 18 anni è stata costretta dai genitori a tornare da sola a Kathmandu per fare l’esame di stato. Viveva in un ostello e da lì parte la sua depressione che la porta a non avere più voglia di vivere, pensando pure al suicidio(mai tentato), ed a prendere psicofarmaci antidepressivi. Io non so da dove iniziare, le testo i chakra e anche a lei risulta il sesto scarico, oltre al secondo(non digerire le schifezze ricevute). Le propongo di fare del mesmerismo, anche per introdurla all’ipnosi, accetta in maniera un po’ scettica. La sensibilizzo con fatica, la mesmerizzo, ma per due volte al primo rumore forte questa riapre gli occhi e si tira su da sola. Non riesce a lasciarsi andare, a lasciar andare il senso di controllo, e a quel punto non so che fare. Le dico che ci avrei ragionato la sera con calma e l’indomani ci saremmo rivisti. 

Dispiaciuto per non essere riuscito a fare nulla, pranzo con Sadna lì in ospedale con Shushant che freme per parlarmi.

Finito il pranzo, Sadna se ne va e finalmente mi posso dedicare a Shushant. Ci chiudiamo  in una stanza ed inizio a fargli un po’ di domande. La mattina Sadna mi aveva un po’ raccontato la sua storia, il padre molto benestante appena prima della sua nascita aveva perso tutto, i fratelli più grandi avevano vissuto in maniera agiata, ma poi erano caduti in disgrazia. Il padre poi era morto di attacco di cuore quando Shushant aveva 14 anni, ed erano rimasti lui, la sorella grande e la madre a vivere soli in simil povertà con un’altra parte della famiglia.

Parlando con lui scopro che anch’esso è sotto psicofarmaci antidepressivi. La cosa mi butta un po’ giù, dura lavorare sulla depressione cronica e con persone sotto psicofarmaci. Confrontandomi col mio super coach a Milano via whatsapp cerco di continuare a lavorare sui sintomi fisici, nevralgia a mani, gambe e piedi, per poi iniziare a lavorare sulle emozioni del momento. Gli testo i chakra prima e risultano scarichi il secondo ed il settimo(senso di colpa). Gli chiedo del senso di colpa e mi risponde che ne ha, nel senso che ha represso per tanti anni la rabbia verso diversi sui familiari, lo zio in primis, e per questo si sente in colpa. Gli consiglio la tecnica della carta igienica sullo zio(per 18 gg ogni mattina che vai in bagno e ti siedi sul WC, prendi un pennarello, prendi la carta igienica e scrivi tutto quello che ti viene su questa persona, quando hai finito, usa la carta igienica per pulirti. Il tutto è metaforico e lavora sull’inconscio) e dopo sugli altri, ad uno ad uno.

Passiamo poi al mesmerismo, che con lui aveva funzionato molto bene ieri, e anche oggi funziona molto bene. Sensibilizzazione e mesmerizzazione e, dopo 15 minuti che è giù, mani, gambe e piedi iniziano a tremare, acontrarsi e poi rilasciare. Perfetto, funziona.

Infatti, quando lo risveglio è piacevolmente rilassato e leggero. La sera prima aveva dormito 10 ore, quando prima non era mai riuscito a dormire più di 6/7.

Finito questo, gli inizio a prospettare altri lavori insieme per i giorni a venire, interrogazione dell’inconscio, terapia per parti, lavori specifici sulle emozioni e altro.

Sono ormai le 16 ed è tempo di tornare a casa, Sunjan mi aspetta fuori con la moto. Stanco, e un po’ meno entusiasta del giorno prima, salgo dietro e torniamo a casa in mezzo al traffico ed ai profumi tipici di questa città così unica. Dopo la grande pioggia di ieri notte c’è alta pressione ed è una giornata belissima.

Arrivato a casa, sono indeciso se uscire a vedere ancora un po’ della città, ma ricevo un messaggio da Narayan che mi offre di andare a fare una passeggiata in giro una volta calato il sole, gli rispondo “certamente” e colgo così l’occasione per fare una pennica stravolto dalla giornata.

Dopo la pennica ceniamo io, Sunjan e Narayan(36 anni) che mi racconta la guerra civile che c’è stata qui 20 anni fa e poi del terremoto di 9 anni fa. “Mama”(come la chiamo io), la mamma di Narayan, non sta bene, per cui rimandiamo la passeggiata serale.

È stata una giornata tosta al lavoro, dopo una notte tempestosa, un bagno di umiltà all’ospedale, mi sono reso conto di non poter far miracoli, che ci sono situazione che non potrò probabilmente risolvere del tutto, ma forse solo parzialmente.

Non mollo, vado a nanna presto per ricaricarmi energeticamente, domani devo dare il massimo.

NAMASTE

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