Sveglia con calma oggi, è domenica, andró lo stesso in ospedale ma un filo più tardi. Faccio colazione con Sunjan e rimaniamo d’accordo che mi avrebbe accompagnato verso le 10:30 quando Narayan sarebbe tornato a casa per pranzo con la moto.

Faccio la doccia e le mie cose e alle 10:30 sono pronto.

Arriva Narayan e mi propone di farmi accompagnare da Sunjan prima a prendere la campana tibetana in centro e poi direttamente all’ospedale; accolgo il suggerimento e parto con Sunjan.

Dopo il classico gran traffico tipico di Kathmandu finalmente arriviamo in questo negozio specializzato nelle campane tibetane, rifornisce tutti gli altri negozi.

Entro e trovo il titolare e questo ragazzo dalla chiara apparenza occidentale, ma vestito molto all’indiana, era addirittura a piedi nudi. Mi racconta essere un healer(curatore) che lavora con i suoni, le vibrazioni, in particolare con le campane tibetane e i tamburi sciamanici.

Il proprietario mi chiede se cerco quelle fatte a mano o no, gli dico di sì, voglio le migliori già che sono qui, nella patria di questo incredibile strumento.

Me ne fa vedere e “sentire” diverse, con vibrazioni pazzesche. Ne vorrei una abbastanza grande, ma non sono certo un esperto. Trovo quella che mi risuona di più, piuttosto grande. La porto alla cassa ed il “guru” mezzo indiano mi dice che questa è il top per il grounding, per metterla a livello dei piedi; mi consiglia poi di prenderne una più piccola per lavorare sulla parte alta dei miei clienti, sui chakra. Me ne trova una lui che dice essere perfetta per questo scopo ed io non mi posso tirare indietro. Allora mi spiega nel dettaglio come usarle, mi insegna un sacco di cose sul loro uso, nozioni impagabili su questo tema a me mezzo sconosciuto.

Il prezzo è alto e non ho abbastanza cash per entrambe, solo per la piccola; chiedo allora al proprietario se posso pagare con la carta, ma mi dice che non ha il Pos. Incastrato nella situazione posso prendere solo la piccola, ma dopo poco il proprietario mi chiede se ho 10/15 minuti di tempo che manda qualcuno a prendere il Pos; gli rispondo che certo che si, anche perché non avrei avuto modo di tornare; offre un tea a me e Sunjan nel mentre ed attendiamo.

Finalmente arriva un signore che porta un Pos che sembra dell’anteguerra con caricatore al seguito. Il proprietario lo accende e deve chiamare in video call una donna per capire come funziona; gli do una mano anche io e processiamo la transazione che chiudiamo con successo.

Felice come una Pasqua esco con Sunjan dal negozio e in moto ci dirigiamo all’ospedale dove mi lascia lì fuori, dove padr vedo il nuovo paziente entrato ieri, un signore anziano, che va via in taxi col figlio perché, scopro dopo, essere stato male.

Entro in ospedale e c’è un clima strano, Shushant viene da me e mi racconta subito che Ralph gli ha rivelato che la notte prima ha rubato tutti i medicinali/psicofarmaci dal box dell’infermiera. Lo stesso Shushant aveva la sua giacca arrotolata in mano e gli chiedo perché, lo prendo anche in giro, e mi risponde che ha le sue medicine in tasca e vuole evitare furti…

Ne parlo subito con Sadna che era già al corrente, brutta storia.

Mi prendo allora un tea e poi vedo Grishma sull’altalena, finito il tea vado da lei; la prima cosa che mi dice è se so come segnalare questo posto(l’ospedale), mi dice che stanotte è stata male, vomitava, l’infermiera le ha dato solo una pastiglia, lei ha chiesto di prendere un taxi e tornare a casa e l’infermiera  le ha detto che non poteva.

Provo a spiegarle che è minorenne e sono la mamma ed i nonni a averla messa lì e solo loro possono firmare per farla uscire.

Mi dice poi che sente delle brutte sensazioni lì dentro, una brutta energia; le spiego che è naturale, è un posto dove ci sono persone con disturbi mentali, le vibrazioni sono basse, come in qualsiasi ospedale in cui ci sono malati che stanno male. Le dico che dovrebbe cercare di crearsi una bolla energetica per isolarsi.

Mi dice poi che Ralph la pressa, le ha detto addirittura che è innamorato di lei(chissà se è vero); io le rispondo che farò in modo che le stia un po’ più alla larga.

Pranzo con Sadna discutendo di quanto successo il giorno prima in cui lei non c’era e dei casi della notte(Ralph e Grishma).

Dopo pranzo porto in stanza Shushant a cui prima faccio provare le mie nuove campane tibetane e poi faccio un’interrogazione dell’inconscio ideomotorio(non in ipnosi) per capire da questo se era pronto per continuare il nostro percorso con l’ipnosi, la risposta è affermativa. Sono le 2:30, alle 3 hanno il pranzo, attendo per procedere con lui per fare le cose con calma.

Nel mentre vedo Grishma un po’ giù e la chiamo dentro e faccio provare anche a lei le campane, le piacciono molto e ne sente molto l’energia.

Andiamo a pranzo ed io mi siedo difianco a lei, io ovviamente ho già mangiato e mi prendo solo un tea. Arriva il cibo per i pazienti, riso e una specie di fagioli in salsa, a Grishma non piace, mi dice che il riso non sa di nulla, è un po’ viziata la ragazza. 

Ad un certo punto si alza e va via, per evitare che la riprendano perché ha lasciato lì il pranzo.

La situazione è un po’ tesa in ospedale, io mi prendo 10 minuti per fare due passi e scaricare.

Rientro e chiamo Shushant, è finalmente arrivato il momento di lavorare. Ci rimangono il tema della morte del padre e l’emozione dell’odio. 

Non gli dico su quale delle due situazioni voglio lavorare e lo mando giù con un’induzione ericksoniana, un po’ diversa dalle precedenti, anche se più lunga.

Inizio con il tema del padre morto, gli dico di visualizzarlo davanti a lui, questa volta gli chiedo conferma, ma anche oggi non tiesce a vederlo. Nel mentre vedo che inizia una mezza crisi con tremolio; gli chiedo allora di visualizzare un momento bello, dove guida una moto col vento tra i capelli, il tremolio si placa.

Allora vado su una regressiva sul tema dell’odio, non mi posso permettere di tirarlo su, se ha un’altra crisi la giornata lavorativa con lui è finita. Gli faccio la solita trafila, vai alla prima volta in cui ho provato odio, rivivilo dall’alto, trova l’insegnamento, trova la risorsa positiva, espandila, ora torna al momento negativo e rivivilo con questa nuova risorsa che hai trovato tu; ora porta il giovane Shushant da quel momento al qui ed ora, ecc…

Lo risveglio, gli lascio come al solito un po’ di tempo per processare il tutto. Mi dice che l’odio è passato ma non l’amore e odio che ha provato verso certa parte della sua famiglia dai 15 anni in avanti.

Ne rimango stranito, penso dentro di me di aver sbagliato, l’odio è un emozione negativa, l’amore ed odio è un’altra emozione negativa; non è così semplice anche per me capire la differenza.

Intanto a Shushant parte la solita crisi, sempre interna perché esternamente non si vede nulla, a tal punto che l’infermiera manco se ne accorge più.

Gliela lascio gestire da solo, ormai sa come fare e Sadna mi chiama nel suo ufficio per meglio capire alcuni dettagli della sera prima, per confermarmi che saremmo andati a cena fuori con suo figlio e la sua assistente, e perché voleva vedere le campane tibetane che avevo comprato.

Sono ormai le 5:30 e mi dice che tra poco saremmo andati via. Inizia a piovigginare e mi manda in taxi con la sua assistente mentre lei in motorino torna a casa a prendere il figlio.

Lascio l’ospedale senza aver proferito parola per tutto il giorno con Ralph, per punizione per quanto fatto la sera prima.

Ci mettiamo nel traffico, arriviamo in taxi sotto casa di Sadna che sale col figlio, Damien di 10 anni, che inizia a farmi un sacco di domande.

Arriviamo in un posto molto carino, dove ceniamo noi 4. Mi prendo una pizza margherita, inizia a mancarmi il cibo italiano; chiacchiero ovviamente molto con lei, le chiedo come va come business l’ospedale, che poi è una clinica privata, di che genere di volontari ha avuto, ecc…

Finita cena il figlio sembra cotto, più che stanco probabilmente è annoiato; sono solo le 8:30 e chiede alla sua assistente di portarlo a casa e rimaniamo un oretta abbondante a chiacchierare delle nostre professioni. Lei lavora molto con il disegno e la pittura come forma curativa, fa disegnare ai suoi pazienti le loro emozioni. Entriamo in discorsi più olistici, ma sempre professionali, in particolare concordiamo su come il trauma sia dettato non da cosa ti succede, ma da come reagisci a quello che ti succede.

Arrivano le 10 ed è ora di andare a casa, domani Bibhuti alle 9 è in ospedale; la accompagno quindi all’angolo di casa sua a piedi e mi avvio verso la mia.

Giornata complessa, partita molto bene con l’acquisto delle campane tibetane, ma poi problematica con la situazione in ospedale.

La mia esperienza volge al termine, mancano due giorni, e più ci penso più mi rendo conto di quanto sia stata incredibile. Avrò tempo con calma di processare il tutto, ma quanto ho scritto in questo mio diario quotidiano è probabilmente solo il 70% di tutto quello che mi è successo qui…

NAMASTE 🙏 

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