Solita sveglia alle 7:30, salgo per fare colazione, Sunjan dorme ancora e cerco di farmi il tea da solo, provo ad accendere i fornelli per scaldare l’acqua, ci riesco, ma poco dopo Mama arriva in cucina e si accorge che avevo lasciato il gas aperto, stavo per far saltare in aria la casa…
Sunjan mi porta in ospedale verso le 9:10, dopo poco arriva Bibhuti ed incominciano a lavorare. Le faccio un check delle energie e sembra non avere malesseri, le faccio un test kinesiologico per farle vedere come funziona l’energia e subito dopo la ricarico di energia vitale con la carta del punto zero.
Fatto questo partiamo con l’ipnosi, oggi si lavora sull’emozione della tristezza.
Prima solita seduta del faraone e mano che scende per centrarla e rilassarla.
Poi la mando giu(ipnotizzo) e la porto al primo momento della sua vita in cui si è sentita triste. A 5 anni era con la mamma e la sorella che le hanno detto scherzando che lei era stata adottata. Le chiedo di vivere quel momento in maniera dissociata, di guardare quell’evento dall’alto e di prenderne l’insegnamento; l’insegnamento che viene fuori è che deve prendere meno sul serio le cose. Le chiedo allora quale risorsa avrebbe avuto bisogno in quel momento per superare la situazione e mi dice il saper scherzare sulle cose; le chiedo allora di andare ad un momento della sua vita in cui ha saputo appunto scherzare sulle cose, “1-2-3, vai a quel momento”, lei ci va, me lo descrive ed io le chiedo di espandere in tutto il suo corpo quella sensazione, anche oltre il massimo.
Con quella sensazione positiva in tutto il corpo le chiedo di ritornare al momento di tristezza e di riviverlo alla luce della risorsa positiva trovata da lei. Le chiedo poi di riviverlo altre 3/4 volte avanti ed indietro.
Dopo le faccio prendere la mano di quella Bibhuti di 5 anni e di portarla avanti nella sua vita rivivendo tutti i momenti in cui si è sentita triste fino ad oggi; successivamente di proiettarsi nel futuro e di immaginare due o tre momenti in cui potrebbe sentirsi triste e di viverli con la risorsa positiva.
La riporto su, nel qui e nell’ora, la “risveglio”, e come ieri è un po’ disorientata, la lascio riprendere e poi le chiedo un feedback sull’emozione della tristezza che provava, mi risponde che bisogna saper prendere le cose con scherzo e che non si ricordava di quell’evento prima della nostra sessione.
Quando le chiedo che emozione positiva csi porta via da questa sessione, mi risponde la gioia; perfetto, le faccio una luce negli occhi sulla gioia.
Le faccio poi un EMDR su l’immagine di quell’evento negativo, anche se forse non ce n’è bisogno.
Alla fine, prima di lasciarla andare, mi dice che a scuola c’è un professore che sembra aver avuto atteggiamenti ambigui con una sua compagna. Le rispondo che non sono un psicologo, ma che le suggerisco di parlarne coi suoi genitori e lo zio, di cui lei si fida tanto. Questi avrebbero potuta aiutarla e magari andare a parlare col professore…
Le spiego che se si tiene tutto dentro, questo può crearle ansia e vari altri problemi; i suoi genitori sono lì per aiutarla e vogliono il suo bene, non deve aver paura a raccontar loro i suoi timori.
Con un sorriso mi fa capire che ha capito e mi saluta dolcemente.
Esco e Shushant è lì, gli chiedo 10 minuti per ricaricarmi e poi è il suo turno, oggi c’è un lavoro importante da fare.
Così, dopo 10 minuti, chiudiamo in stanza ed gli testo subito l’energia, anche oggi è buona, non mi indica più alcuna situazione di malessere, ottimo segno penso io.
Allora partiamo con l’ipnosi, ma chiedo a Shushant se la solita induzione, fatta con lui ormai 7/8 volte non ha iniziato ad avere meno effetto, e mi risponde che forse si.
Per cui gliene propongo un altra, la classica ericksoniana, più lenta, tutta verbale, mai provata su di lui.
Va giù bene lo stesso, oggi è il giorno di lavorare sulla rabbia, per cui lo porto alla prima volta che si è sentito arrabbiato e va al momento in cui i genitori lo portano a vivere dagli zii perché erano in crisi economica. Lo faccio dissociare per vivere l’emozione meno forte e vivere tutto l’evento in famiglia dall’alto.
Gli chiedo come si sente e mi dice arrabbiato; a quel punto gli chiedo di cercare l’insegnamento da quella situazione, sta in silenzio per un buon minuto, e poi mi risponde che “nella vita bisogna accettare quello che succede”; gli chiedo allora che risorsa avrebbe avuto bisogno in quel momento per vivere “bene” quel momento, anche qui un po’ di silenzio e poi mi risponde “speranza”.
A quel punto gli chiedo di andare in un momento della sua vita dove ha avuto speranza, 1-2-3 ci va; gli faccio le solite domande di rito per fargli ricordare e vivere intensamente quel momento felice e gli chiedo di prendere quell’emozione di speranza ed espanderla in tutto il corpo, anche oltre il massimo, e poi di tornare all’evento negativo rivivendolo più volte alla luce della risorsa positiva che ha trovato, la speranza. Lui esegue, e dopo gli dico di prendere il piccolo Shushant di 8 anni , di portarlo mano nella mano fino all’oggi rivivendo tutte i momenti di rabbia che ha provato alla luce della risorsa trovata, e poi di proiettarsi nel futuro…(insomma chi ha seguito questo blog lo schema ormai lo sa, è la classica regressione con recupero della risorsa).
Lo “risveglio” e gli chiedo un feedback, quello che succede dopo per me è toccante ed in parte risolutivo.
Si è reso conto che se i genitori non lo avessero portato dagli zii lui oggi non avrebbe l’educazione che ha, non potrebbe per esempio parlare in inglese con me, per cui li deve ringraziare, nonostante al tempo ci sia rimasto molto male e fosse molto arrabbiato con loro.
Lo porto a riflettere sul ruolo degli zii ed i cugini(figli degli zii), che lo hanno accolto, mantenuto e permesso di avere una buona istruzione. Sono figure con cui lui era molto arrabbiato.
Inizia a rifletterci e dopo un bel po’ si rende conto. “Devo essere grato anche a loro per quello che hanno fatto” mi dice.
Shushant ha vissuto un trauma forte, perché per via della situazione economica del padre che è crollata è stato costretto ad essere portato dagli zii e vivere con loro, per questo è arrabbiato coi genitori che lo hanno portato lì e con gli zii da cui era stato costretto ad andare a vivere
Gli chiedo se non pensa che anche gli zii ed i cugini abbiano dovuto cambiare la loro vita con l’arrivo suo e dei fratelli. Ci pensa un attimo e comprende, in particolare la difficoltà di relazione con la cugina con cui ha condiviso la stanza. Ovvio, era la stanza che la cugina aveva per sé e dopo gli è arrivato il cugino, lui, a toglierle la sua privacy, le ha minato il suo territorio.
Dentro di me penso “è fatta”, abbiamo trovato la chiave di volta, ora anche le crisi, i tremori dovrebbero cessare.
Shushant per chiudere mi dice che durante l’ipnosi ha avuto una mezza crisi; io avevo notato qualche tremolio, ma era finito subito e non ci avevo dato peso.
Usciamo dalla stanza ed io pranzo con Sadna, tutto contento dei risultati avuti dalla sessione e li racconto a lei abbastanza fiero.
Finisco il pranzo e vado a fare una passeggiata fuori per sgranchirmi gambe ed idee, camminare mi aiuta a riflettere, mi fa venire nuove idee. Nel mente mando un vocale al mio coach per condividere i risultati della sessione; mi risponde dopo poco facendomi presente che la mezza crisi che Shushant ha avuto potrebbe essere dettata da una parte in lui che non è pronta al cambiamento, che si oppone.
Quando rientro Shushant mi chiede di fargli del mesmerismo, accolgo la sua richiesta anche perché voglio vedere come risponde il suo corpo, ma posticipo la cosa a post secondo suo pranzo.
Mi rilasso un po’ e verso le 3:30 ci richiudiamo in stanza e vado di mesmerismo, lo mando giù ed osservo le reazione del suo corpo. Dopo poco alcuni tremori tornano, ma non esagerati, penso sia normale, gli faccio qualche scarico e lascio andare avanti; noto qualche movimento inusuale delle sue mani, ma, convinto sia tutto nella norma, aspetto fino alla fine dei 40 minuti canonici per tirarlo fuori.
È come al solito stranito e poi mi dice che ha avuto due crisi nel durante e che mi aveva fatto cenno con le mani di tirarlo fuori; “oh cazzo” penso io.
Mi dice che sta per averne un’altra, lo faccio uscire dalla stanza, passeggiare un po’, e la crisi arriva; son ormai più interne che esterne, i tremori, gli irrigidimenti sono lievi.
Lo seguo a distanza, gli lascio spazio, lui non chiama neanche l’infermiera, vuole risolverle da solo, ormai sono molto più leggere e sa come gestirle.
Io a quel punto capisco, ha avuto delle crisi oggi solo sotto ipnosi quando lavoravano per risolvere i suoi problemi; ha ragione il mio coach(come al solito), c’è una parte in lui che sta resistendo al cambiamento. Non mi rimane domani che affrontarla insieme a lui con un interrogazione dell’inconscio.
Lui poco dopo si riprende e va a casa con suo fratello. Io mi fermo ancora un po’ ed incontro Ralph, voglio aiutarlo in qualche modo, ma non posso con l’ipnosi. Inizio a guardare i miei quaderni di numerologia, ad incrociare i dati coi suoi numeri e trovo spunti interessanti. Il suo problema è l’ansia, che l’ha portato verso l’alcol e la marijuana, la cui dipendenza non è neanche così conclamata e chiara, beve e fuma mediamente due volte a settimana; il suo vero problema è l’ansia che, infatti, in questi giorni in ospedale, senza l’udo di sostanze, tende a tornare.
L’ansia si focalizza nei polmoni, nel quarto chakra, ed infatti lui ha quarto e settimo chakra(senso di colpa) scarichi.
Gli consiglio subito di fare delle respirazioni circolari due volte al giorno, la classica 7-3-7, dove inspiri contando fino 7, poi apnea contando fino 3, espiri contanto 7, ancora apnea contando 3 e avanti così per 5 minuti.
Numerologicamente è un 4k3 con firma…
Mi rileggo tutti i miei appunti e noto che uno dei punti deboli è la carenza di ferro nel sangue. Gli chiedo se ha problemi di anemia, mi risponde che non sa. Gli chiedo allora se ha la tendenza ad essere stanco, mi dice di sì, si deve sempre riposare dopo pranzo. Gli dico che dovrebbe mangiare più carne, mi risponde che è vegetariano, tutta la famiglia lo è; è un problema questo per lui, per una persona che tende ad avere carenza di ferro. Gli consiglio quindi una dieta ricca di spinaci e per spiegargli cosa sono mi tocca tirare fuori il cartone braccio di ferro…
Dai miei appunti poi salta fuori anche una “ricetta” del professor Nader Butto, cipolla con miele.
Non posso far molto altro per lui al momento, quindi all’alba delle 6:15 mi reco verso casa, dove ceno con Narayan, Sunjan e Mama.
Parlando con Narayan a tavola gli dico che sono felicissimo dell’esperienza qui, di tutto, dell’ospedale, di loro due, della popolazione nepalese, l’unica cosa che mi preoccupa un po’ è il ritorno in Italia con il caos che si sta creando in medio oriente(ci devo volare sopra). Mi dice che c’è una volontaria americana che doveva arrivare dopo di me che ha appena cancellato per apparenti motivi di salute; mi chiede se il vero motivo potrebbe essere la situazione in medio oriente, gli risponde che è probabile, ma di certo non posso esserne certo. Iniziano quindi a chiacchierare della situazione geopolitica mondiale dove mi sbizzarrisco visto il mio lavoro di 20 anni sui mercati finanziari, e lo lascio con due temi da approfondire, il building n 7 durante l’11 Settembre, di cui lui non sapeva nulla, ed il fatto che la società Vanguard, società privata americana di cui non si conoscono gli azionisti, è la più grosso azionista al mondo di praticamente tutte le più grosse società mondiali nel mondo occidentali, anche attraverso la ben più nota BlackRock(società quotata di cui Vanguard è il più grosso azionista)…
Mi ritiro, quindi, nella mia stanza a finire questo mio blog, abbastanza felice della giornata.
Ogni giorno qui regala nuove emozioni e nuove situazioni, molte positive, ma ogni tanto anche qualcuna negativa. Fa tutto parte del “gioco” e della bellezza di questa mia esperienza che non potrò mai dimenticare perché mi sta cambiando sia come uomo che come professionista.
Iniziano ad essere un po’ più monotoni i lavori in ospedale, ho i miei pazienti con un percorso di terapia ormai tracciato. Quello che però mi interessa sono i risultati, risolver loro problemi grossi, vitali, in primis per il loro bene, in secundis per me, per rendere questa mia esperienza veramente prolifica, per lasciare il segno. Ho ancora pochi giorni, ma quanti bastano, poi probabilmente tornerò l’anno prossimo…
NAMASTE 🙏
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